Un bubù africano da indossare tutti i giorni a Milano…Ke Chic!

Indossare il grand bubù tutti i giorni (o quasi) è sempre stato il mio desiderio: non è un caso che lo faccia spesso quando vado in Africa proprio perché è un capo con cui mi sento a mio agio e che mi permette di esprimere il mio grande amore per questo continente e l’onore di indossare un capo con una tradizione millenaria. E’ anche un capo che indosso per ballare sabar per cui non è una sorpresa che nel mio armadio ci siano molti bubù, la maggior parte dei quali vintage o realizzati a mano in Senegal durante i miei viaggi.

Quando ho scoperto che a Milano c’era un bravissimo sarto senegalese (Cheikh della Sartoria Kechic, fondata insieme a Valeria) che aveva immaginato il bubù come ponte tra Italia e Africa mi sono incuriosita subito tantissimo e ho voluto scoprire di cosa si trattasse. E’ nata così l’amicizia con Cheikh e Valeria, nella loro vecchia sartoria a Isola, prima dell’apertura del loro negozio in via Pepe, proprio grazie a un bubù! Cheikh mi spiegò ai tempi che aveva realizzato questo bubù un po’ più corto rispetto alla lunghezza abituale mettendo insieme due tipologie di tessuto diverso: un freschissimo cotone stampato italiano con un wax africano. Questo l’avrebbe reso più semplice da indossare, anche con un pantalone e una gonna sotto, senza alterarne però le origini e i significati che riveste nella tradizione africana.

Non credo sia necessario dire che lo acquistai subito.

Sull’onda di quel modello che poi ho utilizzato tantissimo in svariate situazioni (viaggi, ufficio, danza, serate) la sartoria Kechic ha lanciato un altro modello, sui toni del giallo, che è quello che vedete qui in foto: freschissimo, adattabilissimo e ampliamente sfruttabile come il suo predecessore, in un colore che adoro, anche questo bubù è arrivato nel mio armadio.

Li uso entrambi tantissimo e sono praticamente sempre in valigia quando parto: che sia per il mare, per uno stage di danza o per un viaggio, anche nel deserto (proprio il modello giallo mi ha accompagnato nella mia prima esperienza nel deserto del Sahara!)

L’intento di Cheikh, di normalizzare l’uso di questo capo, in qualsiasi situazione e a qualsiasi latitudine, senza dimenticare mai le sue radici africane, è stato pienamente centrato!

Qui lo indosso come piace a me: in Sicilia, nel suo caldo torrido estivo, in versione multistrato sopra un pantalone color corda in cotone di Lazzari, un altro dei miei passpartout preferiti! Per non parlare delle Birkenstocks marroni (naturale estensione dei miei piedi in estate!) e della borsa vintage anni 70 di Humana Vintage. Gioielli vintage e handmade…come sempre!

Processing…
Success! You're on the list.

Un Weekend Essenziale a Parigi

Non ricordo nemmeno più l’ultima volta che sono stata a Parigi prima di questo weekend: è come se il Covid avesse bloccato il tempo e anche la memoria a volte, ma mi è bastato arrivare nel XVIIIème arrondissement, zona della mia giovinezza parigina e di fare un salto nel IIIème arrondissement, altro luogo culto delle mie scorribande parigine, perché tutto tornasse vivido nella memoria. Quei posti, quegli odori, quei colori erano ancora lì, bisognava solo ritrovarli per far riaffiorare tutto in un’emozione pazzesca.

L’occasione di tornare a Parigi è stata uno stage di danza sabar con la mia insegnante che vive e insegna nella Ville Lumière e che ogni anno organizza un Festival internazionale di sabar in cui arrivano ballerini, musicisti e tante persone come me con la voglia di imparare a “sentire” questa danza eccezionale.

E’ per questo che il weekend parigino è stato per me ESSENZIALE: mi sono portata solo una borsa a mano, con i miei bubù per ballare e poco altro, sono partita con il solo desiderio di ballare e di stare insieme alle persone che ho conosciuto durante questa meravigliosa avventura che è per me la danza sabar.

In pratica dal venerdì alla domenica non abbiamo fatto altro che ballare, ballare e ballare ad eccezione di qualche piccola pausa per mangiare, lavarci e tornare a vivere la danza: è stato anche il weekend della festa tradizionale senegalese della Tabaski ed è stata un’emozione fortissima viverla insieme a tante persone, molte delle quali provenienti proprio dal Senegal.

Mi è rimasto quindi solo un giorno da passare liberamente in città prima del mio volo serale di ritorno a Milano, e anche quello ho voluto dedicarlo all’Africa…l’Africa a Parigi.

Dopo aver portato in giro al mattino presto la mia amica Ana che non era mai stata a Parigi alla scoperta dei luoghi culto della città (la Tour Eiffel, Notre Dame de Paris, la Senna) mi sono spostata verso il III arrondissement per un pranzo africano in una delle sedi del ristorante BMK dove mi sono deliziata tra mafé senegalese, allocos e succo di zenzero e da lì sono andata alla ricerca di Marché Noir e del suo fondatore Amah Ayivi.

La sua storia per me è sempre stata d’ispirazione perché ha saputo muoversi in un contesto difficile di deterioramento del second hand africano proveniente dall’Europa (la cosiddetta “beneficienza”) riportando in Europa tesori che languivano nei mercati africani perché spesso difficili da vendere o perché in cattive condizioni o perché ad esempio capi invernali difficili da utilizzare in Africa.

Il suo lavoro di recupero del vintage europeo in Africa gli ha permesso di ridare a questi capi una terza vita riportandoli da dove arrivavano considerati come degli scarti, in ottime condizioni, salvandoli dalla discarica a cielo aperto e da un disastroso impatto ambientale.

Nel tempo il suo business si è ampliato con una produzione propria sostenibile, made in Africa, del suo marchio Marché Noir che include anche bubù e batakali ghanesi handmade personalizzati.

Ecco, per essenziale intendo anche questo: se avessi solo qualche ora a disposizione in una città che ami e dove sai che possono interessarti tante cose, a quali non rinunceresti? La risposta sarà inevitabilmente ciò che per voi è essenziale…

Processing…
Success! You're on the list.

Un viaggio alla scoperta dell'”azzurro greco” del Peloponneso

Anche questo viaggio alla scoperta dell’azzurro greco è stato in balia delle disposizioni anti Covid per ben due anni: inizialmente previsto a Maggio del 2020 è stato più volte posticipato fino ad arrivare a Maggio 2022 quando con un gruppo di amici sono partita in aereo per Atene e, dopo due giorni in città, ci siamo diretti alla scoperta di questo paese meraviglioso che visitavo per la prima volta.

Mi hanno sempre detto che qui il colore azzurro ha un significato visivo diverso: l’azzurro del mare qui significa una sfumatura ben precisa difficile da trovare altrove.

Ma prima di costeggiare il Peloponneso abbiamo deciso di fare una puntatina verso Nord per visitare due luoghi fondamentali: il bellissimo sito archelogico di Delphi, dove abbiamo avuto un primo assaggio della storia antica greca e le favolose Meteore, conventi scavati nelle rocce la cui suggestività è davvero difficile da spiegare. Abbiamo affittato una casa in zona Meteore per una notte dove a piedi abbiamo raggiunto la Taverna Panellion in cui tra vino rosso e abbondante cena greca abbiamo avuto modo di assimilare la bellezza del nostro primo giorno in giro per la Grecia.

Al mattino presto siamo ripartiti in direzione Peloponneso facendo una prima sosta ai siti archeologici di Corinto e Micene prima di tuffarci (nel vero senso della parola) nel mare azzurro di Nafplio, in particolare nella bellissima spiaggia di Arvainitia. Dopo una passeggiata nel delizioso centro della cittadina, un aperitivo al porto e un’ottima cena da Pidalio abbiamo chiuso la nostra sosta nell’adorabile Nafplio pronti per scoprire il giorno dopo la cittadina di Epidauro con il suo maestoso teatro greco che tanto mi ha ricordato quello della mia Taormina.

Una volta “assaggiato” il mare a Nafplio non ne abbiamo potuto più fare a meno e nonostante la giornata un po’ ventilata abbiamo deciso di scendere in spiaggia a Karathona per goderci un po’ di sole greco.

Il giorno successivo si è aperto forse il più bel capitolo del nostro viaggio nel Peloponneso: nel nostro viaggio verso Sud arriviamo in uno dei posti più belli che abbia mai visitato, la splendida cittadina di Monemvasia arroccata sul mare dove abbiamo la grande fortuna di rimanere per due giorni in una bellissima casa in pietra tradizionale con terrazzo vista mare….un sogno! Non lontano da qui prendiamo il traghetto per l’isoletta di Elafonisos con una spiaggia meravigliosa e praticamente deserta visto il periodo dell’anno dove ci godiamo il pomeriggio immersi nel famoso azzurro greco!

Il giorno dopo ci dedichiamo alla visita dell’affascinante Monemvasia e dei suoi vicoletti in pietra prima di ripartire verso un altro azzurro, quello della città di Gythion, una delle città “veneziane” del Peloponneso. Il passato di questa deliziosa cittadina è meno splendente di quello veneziano ma molto simile come si può vedere dai suoi edifici e dal suo centro storico.

Poco lontano da qui si trova il mio azzurro preferito di questo viaggio, sulla punta di una delle dita del Peloponneso, la meravigliosa Limeni dove ci godiamo un bel pranzo a due passi dal mare e una passeggiata piena di azzurro! Non lontano, grazie anche all’aiuto di Google, ci infiliamo nella spiaggetta di Chalikia, riparata dal vento e completamente deserta con acqua cristallina dove finalmente facciamo il nostro primo bagno greco!

Rigenerati da questo profondo azzurro il giorno successivo siamo pronti per la scoperta di Mystras con il suo Castello, il Monastero e le Chiese bizantine racchiude i tesori di un passato rigido ma rigoglioso.

Nel nostro ritorno verso Nord facciamo una golosa sosta a Kalamata per assaggiare le famose olive (l’abbiamo fatto in un delizioso ristorantino chiamato Kardamo che vale davvero una sosta) e per visitare l’imponente Cattedrale Ypapantis.

Non sapevo ancora che tanta bellezza antica e nuove emozioni ci aspettavano al sito archeologico di Olympia: è un sito enorme, dove si possono rivivere le emozioni delle vere Olimpiadi, l’amore per lo sport e per il divertimento uniti a un vero e proprio culto per le divinità che tutto proteggono. Forse il sito più emozionante e imponente che ho visitato in Grecia, vale una visita anche il suo Museo archeologico che è incluso nel biglietto d’ingresso.

Ad Olympia abbiamo cenato ds Aegean dove si dice si mangi anche il miglior baclava di tutta la Grecia: adesso non so se è il migliore ma sicuramente era buonissimo!

Prima di ripartire per Atene facciamo un salto da Klio’s Honey Farm, un posto che vale la pena di visitare per gustare il miele fatto in casa e la grande ospitalità greca. Klio è un’apicoltrice per passione che ha aperto la sua grande casa dove vive con la famiglia a chi passa da lì per raccontare la storia delle api, far assaggiare i suoi favolosi diples con miele da lei realizzato e fare tante chiacchiere insieme. Vi assicuro che ne vale davvero la pena!

Processing…
Success! You're on the list.

Atene, vintage e decadente…come piace a me!

Prima di partire per la prima volta ad Atene avevo ricevuto dei pareri terribili su questa città: sporca, pericolosa, brutta, un postaccio, non andarci! Ma si sa, io ascolto poco gli altri e ho voluto comunque passarci due giorni ad apertura e a chiusura del mio giro nel Peloponneso per osservarla di persona e da vicino. Al rientro sono andata da tutti quelli che me ne avevano parlato malissimo per dire loro che…beh…io l’ho amata tantissimo!

Per me è una città decadente, con uno spirito vintage ma proprio per questo la trovo irresistibile! Questo non significa che Atene non sia una città moderna, piena di ristoranti e locali dove far festa o semplicemente bere una birra e di spazi artistici innovativi.

Ci ho camminato a piedi per più di 20 kilometri in lungo e in largo e me ne sono innamorata: dalla zona di Plaka (l’area intorno all’Acropolis) alla mia adorata Monastiraki piena di vintage e fervente di locali e di gente a tutte le ore, sono passata per vicoletti e strade moderne cercando di viverla il più possibile e di respirare tutta la sua decadenza tra ferrivecchi e bancarelle di street food.

Ammetto che il mio primo pensiero arrivando ad Atene sia stato il Partenone e l’area dell’Acropolis: desideravo visitarlo da tanto e avevo già acquistato l’ingresso online in anticipo (vi consiglio di farlo perché nonostante fosse il primo periodo post Covid c’era moltissima coda all’ingresso). Mi ci sono recata al mattino presto in apertura e anche questo è un consiglio che vorrei darvi perché dopo pochissimo tempo non solo faceva un caldo pazzesco (era Maggio) ma iniziavano ad arrivare i primi bus carichi di turisti e godere liberamente di questo spettacolo pazzesco che è l’Acropolis con il Partenone iniziava a diventare complicato.

Se amate il genere vi suggerisco anche una visita all’Acropolis Museum che è pieno zeppo di meraviglie dal passato e anche un giro a piedi tra i negozietti intorno all’area dell’Acropolis (quartiere Plaka) per rilassarvi un po’ dopo la visita.

In questa zona si trova anche Al Hammam, posto meraviglioso per godervi un paio di ore di relax nell’hammam più bello di Atene dopo la lunga scarpinata tra le rovine antiche.

La mia area preferita di Atene rimane comunque Monastiraki per i suoi negozietti vintage, il mercatino delle pulci della domenica mattina, i suoi mille locali, la street art e la frizzante vita sociale a qualsiasi ora del giorno e della notte! In quest’area vi consiglio di girare molto a piedi e di perdervi tra le mille stradine piene di sorpese e di interessanti scoperte.

VINTAGE AD ATENE

La prima buona notizia è che Atene è piena zeppa di vintage. La seconda buona notizia è che la maggior parte dei negozi belli di vintage è in centro. La terza è che i prezzi sono molto convenienti quindi qui si può comprare!

Ad Atene ho trovato uno dei negozi vintage più belli del mio lungo peregrinare tra negozi e mercatini vintage per il mondo, un posto in cui mi sono davvero emozionata, cosa che ormai purtroppo mi succede sempre meno: si chiama Troc, è un po’ lontano dal centro ma facilmente raggiungibile in metro, ed è uno spazio enorme pieno zeppo di pezzi scelti con cura. Questo è un paradiso per gli amanti del vintage etnico e del vintage tradizionale greco e turco (questi pezzi sono un po’ più cari rispetto agli altri) e io ci ho perso letteralmente la testa. E’ gestito da un’anziana signora che seppur non parlando molto inglese prova a raccontare la storia di questo posto che è stato il primo negozio di vintage ad Atene nel 1976. Per me un posto imperdibile.

Altro posto molto interessante è Like Yesterday’s, tra vintage, second hand di marca e accessori è stato uno dei miei preferiti in zona Monastiraki insieme a King Kong Vintage non visibile su strada ma al primo piano di un palazzo del quartiere dove ho trovato una bella selezione di vintage anni 70 e 80 principalmente.

Più second hand che vintage vi consiglio un giro da Vintage Love e Treasure House oppure nell’amato dai giovanissimi Yesterdy’s Bread che pur non essendo esattamente nel mio genere ha dei pezzi interessanti tra cui segnalo anche haori e kimono vintage.

Ad Atene c’è anche un bel negozio che vende vintage al kilo e la cui selezione varia parecchio quindi coglie un’ampia clientela di amanti del vintage (piccola ma interessante zona dedicata al vintage etnico dove ho preso anche un bell’abito mediorientale): si chiama Kilo Shop Greece alla fine di Ermou.

Imperdibile il mercatino delle pulci di Monastiraki la domenica mattina: tra vintage e pezzi d’antiquariato vi assicuro che vi innamorerete di questo adorabile mercatino.

DOVE MANGIARE AD ATENE

La cucina greca è tra le mie preferite e ad Atene si mangia bene ovunque ma tra i miei preferiti c’è sicuramente Tzitzikas Kai Mermigkas dove abbiamo provato praticamente quasi tutto il menù!

Se volete una cena romantica con vista Partenone illuminato (solo lo spettacolo vale la cena!) vi consiglio di prenotare da Strofi (i prezzi sono un po’ più alti e il posto un po’ più elegante rispetto alla media). Da Dopios invece potete gustare i piatti della tradizione rivisitati in chiave moderna mentre vi consiglio un aperitivo da Brettos, locale storico favoloso pieno di pezzi d’antiquariato dal suo splendido passato.

Processing…
Success! You're on the list.

Un weekend a Malaga tra arte, vintage e tapas

Dopo quasi tre giorni trascorsi a Granada mi sono spostata in bus verso Malaga per passare gli ultimi due giorni in Andalusia. Pensavo fossero sufficienti per visitare con calma la città ma Malaga mi ha letteralmente sorpresa con la sua invasione di musei e centri culturali, tanto che ho dovuto organizzarmi per cercare di vedere il più possibile!

Dopo un giro nella sua maestosa Cattedrale mi sono diretta verso il Museo Picasso (una delle più importanti attrazioni della città) e poi verso la Casa Natale di Picasso, probabilmente più interessante sotto alcuni punti di vista. Dopo questa prima immersione nella storia e nell’arte del pittore malagueño mi sono fermata in un piccolo bar della Piazza dedicato a Bruxelles (La Calle de Bruselas) e poi in uno dei tanti charity shop di Cudeca sparsi per la citta, affacciato anch’esso su questa bella piazza.

Ho inziato un breve giro vintage prima di riperdermi tra i bar e ristoranti del centro storico di Malaga ma il mio pensiero era rivolto alla visita dell’indomani mattina all’Alcazaba, fratello minore dell’Alhambra di Granada ma non per questo meno affascinante.

Fortunatamente aveva smesso di piovere e ho potuto godermi una bella passeggiata all’interno di questo edificio in stile arabo da cui si può godere di una bellissima vista della città e ovviamente delle sue spiagge.

Nel pomeriggio ho continuato il mio giro culturale fermandomi prima al Museo Carmen Thyssen dove si possono ammirare soprattutto delle bellissime opere di artisti andalusi che hanno dipinto spesso scene di vita quotidiana tipiche di quest’area della Spagna; poi ho proseguito il mio giro del centro storico alla scoperta di negozietti locali e ovviamente ancora tanto vintage.

Prima di passare al vintage vi segnalo due negozi che ho amato tantissimo, entrambi nel centro di Malaga: uno è El Altarcito, bellissimo negozio che vende prodotti artigianali e alimentari direttamente dal Messico; l’altro è Arabesque con tantissimi capi e accessori handmade in stile etnico che ho adorato!

Ho continuato poi il mio giro culturale al mattino seguente dirigendomi prima al Centro Cultural de la Malagueta realizzato intorno alla Plaza de Toros dove era in corso una bellissima mostra (gratuita) sul fotografo di moda (e non solo) Jean Marie Périer e poi al Centre Pompidou di Malaga, a due passi dal Porto. Qui ho scoperto che la bellissima collezione permanente era chiusa al pubblico per lavori di restauro del Museo ma ho scoperto un’artista favolosa Sophie Calle, le cui opere erano invece esposte in una collezione temporanea. Da lì direzione quasi obbligata i ristorantini del Muelle Uno, dove si può osservare il viavai di turisti a spasso lungo le banchine del porto, sorseggiando una birra locale e gustando le favolose tapas andaluse!

Prima di lasciare Malaga ho fatto però anche una capatina alla zona di Soho, nota per la Street Art (è possibile vedere alcune opere di TV Boy…anche se quella dedicata a Picasso è stata distrutta) e perdersi nei mercatini di handmade di questa zona che è diventata molto di moda negli ultimi anni.

VINTAGE A MALAGA

Se Malaga mi ha sorpreso per l’enorme quantità di musei, devo dire che anche a vintage è messa più che bene! I due store di Península Vintage valgono entrambi una visita approfondita perché si possono trovare dei bei pezzi e a prezzi adeguati.

Altro preferito (forse potrei dire IL preferito) è Epoca Vintage and Second Hand dove ho trovato vintage degli anni 50 e 60 e alcuni pezzi etnici particolarmente interessanti (è quello dove ho acquistato di più ma i prezzi sono molto corretti e ci sono delle chicche che meritano davvero!)

Anche a Malaga, come in quasi tutte le città spagnole, c’è un Flamingos Vintage Kilo: negozio di moda americana che vende al kilo e dove spulciando tra i tantissimi capi di abbigliamento è facile trovare pezzi incredibili per pochi euro (esempio: ho speso 20 euro per un abito vintage e una djellaba marocchina vintage favolosa!!)

Altro negozietto interessante dove però la qualità è leggermente più bassa ma è necessario ravanare pesantemente per trovare capi interessanti a prezzi molto convenienti è Mosaico Vintage; ho scoperto che ce n’era uno anche a Granada ma quello me lo sono perso!

Uno dei negozi che avrei voluto tanto visitare ma che ho trovato chiuso in entrambi i giorni in cui ci sono passata è Entrecosturas: nella mia ricerca online sembrava un posto meraviglioso ma nella realtà non sono riuscita a visitarlo (se qualcuno di voi lo conosce fatemi sapere com’è davvero, sperando che non abbia chiuso i battenti).

DOVE MANGIARE A MALAGA

Tapas: Pez Lola, Pepa y Pepe, Gorki e ristoranti del Muelle Uno

Churros: imperdibili quelli di Casa Aranda

Teterías: adorabile quella di San Augustín, di fronte all’omonimo convento e a due passi dal Museo Picasso.

DORMIRE A MALAGA

Malaga è piena di hotel e i prezzi sono mediamente più alti rispetto a Granada ma posso consigliarvi l’Hotel California (il nome la dice lunga…) per il buon rapporto qualità-prezzo, ottima posizione e soprattutto…un arredamento vintage nella zona lobby e colazione davvero da perdere la testa!

Processing…
Success! You're on the list.

Un biglietto per Granada: vintage e altre storie (adesso in italiano!)

Bentornati con un nuovo viaggio alla scoperta di Granada (anche vintage)…finalmente in italiano!

Granada è la prima città che ho visitato dopo due anni di Covid che mi hanno tenuta nei confini nazionali per troppo tempo! Era un viaggio programmato nel Marzo del 2020 che è slittato piano piano fino ad arrivare a esattamente due anni dopo…ma che gioia respirare l’aria andalusa alla ricerca dei miei antenati!

Granada è una cittadina relativamente piccola, che si gira facilmente a piedi e due giorni sono sufficienti per fare un buon giro anche se c’è tanto da scoprire soprattutto se ci si lascia guidare dai suoi sentieri che dall’alto al basso la attraversano in un dedalo di stradine che offrono nuove scoperte ad ogni angolo.

Ho iniziato la mia visita dal Albayzín, il quartiere arabo dove sembra di muoversi nel souk di Marrakech tra negozietti di souvenir nordafricani e vicoletti pieni di costruzioni affascinanti: questo è anche il posto perfetto per una pausa dolce in una delle tante teterías (sale da tè in stile arabo) o per un henné alle mani o ancora per un pasto marocchino in uno dei tanti ristoranti del quartiere.

Il giorno dopo mi sono svegliata presto per visitare finalmente la Alhambra, capolavoro di architettura araba, dove sono rimasta in adorazione per diverse ore prima di essere spinta dalla fame a lasciare questo posto meraviglioso dove ho sentito vive e forti le mie radici arabe. Perdersi nei dettagli di questa architettura è un vero viaggio nella cultura araba e nel suo importante passaggio in Andalusia.

Ho passato poi il pomeriggio nelle vie del centro tra negozietti vintage, librerie indipendenti e una visita alla Cattedrale prima e alla Capilla Real (dove sono sepolti i reali Isabella e Fernando) poi, prima di tuffarmi in uno dei miei più grandi piaceri: l’hammam! Per questa esperienza nei bagni arabi ho scelto l’hammam Al Andalus, un posto davvero magico in cui sembra di tornare indietro nel tempo in questi bagni interamente ricostruiti con lo stile arabo dell’epoca.

Ho concluso la serata in un Tablao tradizionale (La Arborea) dove ho assistito a un bellissimo spettacolo dal vivo di flamenco sorseggiando vino tinto (rosso) in un’atmosfera pazzesca piena di carica ed energia!

VINTAGE A GRANADA

Tra i miei preferiti sicuramente La Buhardilla e Oh Oh July, sulla stessa strada a pochi metri di distanza, entrambi ricchi di vintage soprattutto degli anni 70 e 80.

Interessante anche Mosaico Vintage e Flama ma lo stile è decisamente più 90s e street style per chi ama il genere.

Casa Kuna è un posto speciale dove si può trovare artigianato locale e pezzi second hand sia abbigliamento che mobilio ma anche tapear nei tavolini fuori.

Per gli amanti dei libri di seconda mano segnalo invece Reciclaje e El Tiempo Perdido, due bellissime librerie piene di tesori.

DOVE MANGIARE A GRANADA

Se avete voglia di bere una birra o un bicchiere di vino accompagnati da tapas eccezionali (in parte gratuite quando accompagnano da bere) vi consiglio di fare un salto in uno di questi posti e di assaggiare le tante tapas caratteristiche, una più buona dell’altra:

  • Oliver
  • Los Manueles
  • Los Diamantes
  • Bodega Castañeda
  • El bar de Fefe

Per un pranzo etnico dal Nord Africa invece sapete già dove andare….

DORMIRE A GRANADA

Senza dubbio la Posada del Toro è un posto delizioso a prezzi abbordabilissimi da cui è passata tanta storia…loro poi sono super gentili e disponibili per consigli di ogni tipo e poi ha la migliore posizione possibile!

Processing…
Success! You're on the list.

The Ladybug and the long hunt for a vintage smoking jacket

A few years ago I decided that I wanted a vintage man smoking jacket: I couldn’t stop thinking of the many outfits that I could create with it, even easy ones, and I believe that this is a collector piece that would stay forever in the wardrobe.

I started then a long hunt for my perfect smoking jacket knowing that they are very hard to find mostly for two reasons:  1. As I said last time I’m not really a fan of oversize jackets then I would have needed to find a small men size (very rare!); 2. Not many sellers deal with this type of jackets as they are not easy to sell.

As many of my vintage hunts it lasted a few years and it ended with the help of Ilaria from Madame Ilary who found this perfect olive green piece for me: it’s just amazing! The shape, the color, the size, I think it was really made for me! The long wait for the perfect piece was over but I can say that this piece was really worth the wait!

This is a very important lesson for those who want to buy vintage and want to do it sustainably: don’t rush on the first piece you find thinking that you cannot find better. You’ll always will. Trust vintage and you’ll see that the perfect piece for you is just around the corner. Maybe it could take some time (sometimes even years) but don’t be in the rush, it will appear sooner or later!

I immediately wore my new vintage smoking jacket with a simple black organic cotton shirt, a pair of vintage Levi’s jeans  and a pair of aqua ankle boots from Ouigal.

Last important touch: a vintage hairdo realized by the amazing Kitty Vintage Style and a precious comb created by Madame Ilary.

What do you think of my first outfit with this fantastic piece? Easy peasy!

Processing…
Success! You're on the list.

The Ladybug on the Oversize way of living!

Oversize clothing is often a trend: oversize pants, oversize jackets, oversize tees we have had them all as a trend in the last years and they keep coming back every now and then. But be careful: oversize is not just a trend and we can’t make it ours if we don’t really feel it!

In the last couple of years for example vintage oversize jackets had a huge comeback in the vintage shops; men blazers in particular were everywhere in shops and in town! I really love a man jacket on a woman but hey…that’s not for me! It’s just not my style!

The result is that if I see it on a girl in the street I think it’s cool but when I wear it I feel it’s not me at all.

You want to know why? It’s easy: oversize is a way of living, not just a trend. Many people love this style and I think it suits them perfectly, because it’s theirs, they can really feel it! This is applicable for every style I guess and it is important to acknowledge that, especially when we buy by trends because if it’s not ours we won’t wear it! If we won’t wear it we wasted money and we acted unsustainably.

Nevertheless, with my Sicilian mate Leli Green Closet I decided to give it a try: she offered me this beautiful gray vintage men blazer and I decided to style it my way. With a sweater from Madame Ilary, a pair a jeans from Rouje and two incredible pieces that I found on Vinted last year: a vintage Celine shoulder bag and a pair of Texan boots from Roberto Cavalli. Indian earrings are vintage from my mum.

I must confess that I felt quite comfy and at ease with this jacket even if I have never worn one before. It was a test and it worked. I keep using it and I also tried this style at work with a floral dress. It works.

Still it is and will be probably the only oversize jacket in my wardrobe.

How do you feel about them? Is that your style or you don’t wear them? Or maybe you just follow the trend…let me know, I’m curious to hear about that!

Photo credit: Marco Di Terlizzi

Find women dresses here

Processing…
Success! You're on the list.

The Ladybug on vintage pride and prejudice

It has been almost 30 years that I buy vintage and I start having a sort of attitude like: “I know what it’s good for me so leave me alone when I do my vintage shopping”. This is not a very good attitude for a vintage shopper: the fact that we have clear vision on what we like and what we are looking for dors not mean that we can underestimate the surprising power of vintage!

I am wearing here the vintage suede jacket that started my thoughts and considerations on how vintage can still surprise me, as well as the eye of a vintage seller who convinced me to try it even if I did not want to (“It’s not my style” – I said – “I don’t like the color either!”). The good part of it is that the vintage seller was Tiziana from Vintage Afropicks and I have such a consideration and estimation of her work that I always give it a try when I see that she is insisting on something!

And I must confess that she was totally right: not only this jacket was amazing and fitted perfectly but I also loved the style and eventually thought that the color was great on me!! Unbelievable!!

When I left the shop I thought that I should never say no to a vintage try, even if I’m not convinced at first, because I’ve got my best pieces exactly like that, when I didn’t expect them!

For this shooting during a warm end of October day in Milan I wore this beautiful jacket from Vintage Afrocpicks with a handmade green pussycat bow shirt from Madame Ilary and my favorite black trousers from Rouje.

The bag is an old L’Autre Chose piece found during a sample sale, the shoes are vintage from Damsels in Distress. Ginkgo earrings are handmade from the amazing Made in Camper.

You can find women cheap shoes here

The Ladybug can hear the “African Voices”

One of the most vibrant and interesting exhibits that I have attended this year is African Voices hosted by one of my favorite art galleries in town, Officine dell’Immagine.

The exhibition was entirely dedicated to the complex and multifaceted African artistic panorama: Safaa Erruas (Morocco), Mounir Fatmi (Morocco), my beloved Maïmouna Guerresi (Italy-Senegal) and Kyle Weeks (Namibia) pieces are showcased with their different yet dynamic views of the African continent. Each one of them with their characteristic form of art and thinking. Not only different views but also different languages adopted by the artists involved, whose works can range from videos to installations, from photography to sculpture. All these pieces were exhibited in Milan for the first time.

No need to say that I enjoyed it very much and I loved spending time in analyzing and interpreting the views of these incredible artists.

Officine dell’Immagine is not new to this type of event: I suggest that you follow them to keep informed on the new exhibits as personally I loved each and every one of them.

You can find some of my favorite pieces here and a special sustainable outfit for the event:

  • Second hand short-sleeved jumper from Sézane on Vinted
  • Vintage leather skirt from Vintage Como
  • Vintage 80s boots from London Corner
  • Second hand man blue shirt
  • Vintage bag from Humana Vintage
  • Vintage Mila Schon headscarf from Archetipo
  • Handamde earrings from Metalica

Can’t wait for the next Officine dell’Immagine event (also I love the fact that every time we go we are always alone and can enjoy the whole gallery only for us!!)

Processing…
Success! You're on the list.