
“Se sei stata qualche giorno a Marrakech non puoi dire di essere stata in Marocco” mi dicevano.
Marrakech è una città moderna, quasi europea per certi aspetti, e del Marocco mantiene poche inconfondibili caratteristiche. Me ne sono resa conto la scorsa estate, quando l’arrivo a Marrakech ha segnato chiaramente una sorta di passaggio (nel mio caso forzato!) dalla magia dei monti dell’Atlante alla vita frenetica della città. Tornare a Marrakech è stato come tornare a casa, alla tranquillità di ciò che conoscevo ma il mio cuore era sicuramente rimasto tra le montagne.
Ma andiamo per ordine: preparazione delle ferie 2022, tutto all’ultimo minuto perché per una serie di motivi ero rimasta da sola e non sapevo proprio dove andare. Avevo un budget limitato e mi sono ritrovata sul sito di Avventure nel Mondo a cercare la vacanza giusta per me, con una serie di timori. Non avevo mai fatto quel tipo di viaggio, e se mi fossi trovata male? E se fossi capitata con un gruppo di persone non in linea con me? Comunque si trattava di due settimane di viaggio sempre insieme e la cosa mi lasciava un po’ titubante. Poi un giorno mi accorgo che è rimasto solo un posto disponibile, da Milano: era il segnale per me! Mi iscrivo di impulso lasciandomi guidare dal mio istinto: volevo fare proprio quel viaggio il cui itinerario era esattamente nella mia testa da anni, i miei timori stavolta li avrei messi da parte!
E ho fatto bene: perché questo è stato uno dei miei viaggi più belli e intensi, di quelli che rimangono nel cuore e da cui fai fatica a “guarire”.
Arrivati a Casablanca ci tuffiamo subito nella sua umidità e nella confusione del suo souk: siamo letteralmente sommersi da oggetti, persone e una cappa fitta sopra le nostre teste che non ci abbandona nemmeno un istante. Torneremo a Casablanca alla fine del nostro giro ma intanto la sera ci infiliamo da Le Cuistot Traditionel per mangiare il nostro primo delizioso coucous di una lunga serie!
Al mattino presto partiamo in direzione Rabat, la capitale ufficiale, dove ci perdiamo nella prima kasbah (anche questa di una lunga serie) e cominciamo a immergerci nello stile marocchino anche se qui è ancora tutto molto ordinato e tranquillo, perfino il suo simpatico souk dove iniziamo anche a smangiucchiare di tutto di più (soprattutto i msemen di cui sono una avida consumatrice!).
Da Rabat arriviamo alla vicina Meknès, patrimonio Unesco, e per questo motivo in continua ristrutturazione per cui riusciamo a vedere solo poche cose ma qui già iniziamo a immergerci nella magia di zelij e oro, nella confusione del suo intricatissimo souk. Riusciamo comunque a visitare la bella Moschea Moulay Ismael, il mausoleo di Mohammed V e a immergerci nella vita serale animata e divertente per poi concludere con una cena deliziosa al Riad Bahia godendoci poi la splendida vista di Meknès dall’alto delle sue splendide terrazze (ottimo posto sia per cenare che per dormire).
L’indomani mattina ripartiamo per una visita della coloratissima Moulay Idriss dai toni pastello, la seconda città sacra dopo La Mecca, fondata da un discendente del profeta Maometto. Qui si trova l’unico minareto rotondo di tutto il Marocco! Fino al 2005 non era accessibile ai non musulmani, oggi si può visitare ad eccezione del mausoleo di Idriss I, appena fuori dalla piazza principale, che però si può ammirare dall’alto della collina.



Da qui ci spostiamo su Volubilis, grande sito archeologico di epoca romana, anch’esso patrimonio dell’Unesco, sicuramente molto bello ma la mia indole mi porta verso la prossima tappa, la famosissima città blu: Chefchaouen!
Devo ammettere che sebbene abbia amato moltissimo questa cittadina e le sue stradine dipinte di blu sono rimasta un po’ delusa per l’enorme quantità di turisti e di attrazioni turistiche che hanno fatto perdere la bellezza e l’autenticità di questo posto. Per rimanere un po’ lontani dalla calca consiglio una piacevole scarpinata fino alla moschea spagnola dove è anche possibile godere di una bellissima vista della città dall’alto. Per cena invece, tra le tante proposte turistiche della piazza principale, El Morisco è un buon compromesso tra autenticità e prezzo!
Lasciata la calca di Chefchaouen cambiamo completamente atmosfera una volta arrivati a Fès, dove passiamo due splendidi giorni: qui si respira un’aria diversa, magica e solenne allo stesso tempo, uno stile un po’ retrò e tantissima tradizione che qui viene saggiamente conservata. Ci perdiamo per due giorni tra le scuole coraniche di una meraviglia da togliere il fiato, il Palazzo Reale, il Mausoleo di Moulay Idriss, l’antica Università, il suo bellissimo souk..ovunque Fès è pura magia!
Il souk in particolare merita di essere vissuto per bene, incluse le famosissime concerie dove fare qualche piccolo acquisto in pelle lavorata artigianalmente. Nel souk di Fès vi consiglio anche di lanciarvi nello street food locale, una vera e propria delizia per il palato!
Molto interessante anche il quartiere ebraico con la sua bella sinagoga e da non perdere un hammam tradizionale rilassante da Royal Medina. Per la cena invece un ottimo indirizzo è il Riad Rcif.
Lasciando Fès inizia una parte di viaggio particolarmente intensa soprattutto da un punto di vista emotivo per me…iniziamo ad addentrarci nell’Atlante e nei suoi villaggi berberi dove lo stile di vita e l’accoglienza sono decisamente diversi. Dopo una breve sosta a Bhalil a visitare le sue bellissime case scolpite nella roccia (dove siamo accolti con tè alla menta e tanti racconti) ci spostiamo verso il Parco Nazionale di Ifrane e la sua bellissima foresta di cedri.
Nel tardo pomeriggio arriviamo a Sidi Hamza, piccolo villaggio berbero dove visitiamo il villaggio e la sua kasbah abbandonata tra la curiosità di adulti e bambini. Se vi trovate in questa zona l’Auberge Palacio è un posto davvero speciale per dormire, cenare e imparare tanto sulla cultura berbera.
Da qui ci spostiamo verso l’oasi di Erfood e il paesaggio mozzafiato delle gole di Ziz prima di immergerci nel deserto del Sahara, altra bellissima tappa di questo viaggio. A Merzouga raggiungiamo il nostro campo tendato e da qui, in 4×4 prima e con il cammello poi, arriviamo alle splendide dune di sabbia dove ci godiamo un bellissimo tramonto prima di buttarci in piscina nel nostro desert camp! Qui il caldo è soffocante e dormire nelle tende è impossibile per cui tutti i materassi fuori e via di bivouac sotto un cielo stellato meraviglioso! Ma non è finita: si riparte per un giro delle dune in 4×4 e raggiungiamo quasi il confine con il deserto algerino, i piedi nella sabbia e gli occhi felici come quelli di una bimba!
Ripartiamo quindi per Tinghir dove dopo una bella doccia che toglie via tutta la sabbia ma non i ricordi partiamo alla scoperta della città con la sua oasi e la bellissima kasbah. Non è un caso che da qui iniziamo anche la cosiddetta via delle Mille e una Kasbah che ci farà attraversare villaggi bellissimi con kasbah e ksar da perdere la testa: la kasbah Amridil (la mia preferita), quella di Ouarzazate e soprattutto quella di Aït Ben Haddou, nel cui villaggio mi sono innamorata, soprattutto degli artisti locali, tra cui la favolosa pittrice Hafida Zizi.
Questa è anche una zona di paesaggi mozzafiato, come le gole di Todra e Dadès o le cascate di Ouzoud, insomma per giorni il mio cuore è stato immenso, i miei occhi pieni di bellezza, io piena di amore.








Da qui il rientro a Marrakech è stato tutt’altro che semplice come vi dicevo all’inizio ma per certi versi è stato anche emozionante tornarci: ritrovare i miei posti del cuore (il Jardin Majorelle con il museo berbero, il museo YSL, la moschea Koutoubia, il Palais de la Bahia, la Madrasa Ben Youssef) e scoprirne di nuovi come la splendida sinagoga Slat Lazama. E poi il suo intricato souk dove adoro perdermi e dove ho acquistato finalmente un bellissimo tappeto berbero, il ristorante Dar Cherifa con la sua meravigliosa terrazza, l’hammam Ziani (il mio preferito), le serate a farci fare l’henné sulle mani e sui piedi.
Raggiungiamo Essaouira sulla costa atlantica passando per le valli ricche di coltivazioni di argan: il mare ci scompiglia i capelli e i pensieri mentre noi siamo sulla via del ritorno. Essaouira è una cittadina adorabile, con il suo centro bianco e blu che si spinge fino alla spiaggia dei pescatori dove le barchette hanno tutte lo stesso colore e si mangia il pesce appena pescato e passato alla brace. Ma è anche un posto pieno di artisti e delle loro coloratissime botteghe e atelier aperti a tutti, la bellezza qui è ovunque e a tal proposito, uno dei posti più carini dove mangiare qui è Le Love by Caravan. Occhio anche ai negozietti di gioielli antichi, un po’ cari (ma la negoziazione è nata in Marocco!) ma pieni di pezzi stratosferici!
Ultima tappa del nostro viaggio, la cittadina fondata dai portoghesi El Jadida, molto carina con il suo porticciolo e il suo caratteristico faro ma io sono già disperata per il rientro in Italia e mi godo poco questa passeggiata sul mare. Rientriamo a Casablanca giusto in tempo per la visita guidata all moderna Moschea di Hassan II (l’unico momento in cui si può entrare nella moschea, altrimenti non accessibile ai non musulmani) e per goderci l’ultima passeggiata e cena marocchine prima di prepararci al nostro volo mattutino di rientro.
A proposito…i miei compagni di viaggio erano speciali e in pochissimo tempo sono diventati degli amici con cui ho condiviso un’esperienza meravigliosa. Quando avete dei timori di questo tipo, lasciateli andare, sono un’inutile zavorra!




