Un bubù africano da indossare tutti i giorni a Milano…Ke Chic!

Indossare il grand bubù tutti i giorni (o quasi) è sempre stato il mio desiderio: non è un caso che lo faccia spesso quando vado in Africa proprio perché è un capo con cui mi sento a mio agio e che mi permette di esprimere il mio grande amore per questo continente e l’onore di indossare un capo con una tradizione millenaria. E’ anche un capo che indosso per ballare sabar per cui non è una sorpresa che nel mio armadio ci siano molti bubù, la maggior parte dei quali vintage o realizzati a mano in Senegal durante i miei viaggi.

Quando ho scoperto che a Milano c’era un bravissimo sarto senegalese (Cheikh della Sartoria Kechic, fondata insieme a Valeria) che aveva immaginato il bubù come ponte tra Italia e Africa mi sono incuriosita subito tantissimo e ho voluto scoprire di cosa si trattasse. E’ nata così l’amicizia con Cheikh e Valeria, nella loro vecchia sartoria a Isola, prima dell’apertura del loro negozio in via Pepe, proprio grazie a un bubù! Cheikh mi spiegò ai tempi che aveva realizzato questo bubù un po’ più corto rispetto alla lunghezza abituale mettendo insieme due tipologie di tessuto diverso: un freschissimo cotone stampato italiano con un wax africano. Questo l’avrebbe reso più semplice da indossare, anche con un pantalone e una gonna sotto, senza alterarne però le origini e i significati che riveste nella tradizione africana.

Non credo sia necessario dire che lo acquistai subito.

Sull’onda di quel modello che poi ho utilizzato tantissimo in svariate situazioni (viaggi, ufficio, danza, serate) la sartoria Kechic ha lanciato un altro modello, sui toni del giallo, che è quello che vedete qui in foto: freschissimo, adattabilissimo e ampliamente sfruttabile come il suo predecessore, in un colore che adoro, anche questo bubù è arrivato nel mio armadio.

Li uso entrambi tantissimo e sono praticamente sempre in valigia quando parto: che sia per il mare, per uno stage di danza o per un viaggio, anche nel deserto (proprio il modello giallo mi ha accompagnato nella mia prima esperienza nel deserto del Sahara!)

L’intento di Cheikh, di normalizzare l’uso di questo capo, in qualsiasi situazione e a qualsiasi latitudine, senza dimenticare mai le sue radici africane, è stato pienamente centrato!

Qui lo indosso come piace a me: in Sicilia, nel suo caldo torrido estivo, in versione multistrato sopra un pantalone color corda in cotone di Lazzari, un altro dei miei passpartout preferiti! Per non parlare delle Birkenstocks marroni (naturale estensione dei miei piedi in estate!) e della borsa vintage anni 70 di Humana Vintage. Gioielli vintage e handmade…come sempre!

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