Un “outfit casual” secondo me!

Quante volte vi capita di ricevere un invito che dice “causal outfit” e di non sapere mai come vestirvi?

A me spesso, ma credo dipenda dal fatto che casual outfit può avere valenze diverse a seconda del contesto (lavorativo, un evento, una celebrazione religiosa, tempo libero etc.) e soprattutto dell’idea che ognuno di noi ha del concetto di casualwear.

Premetto che non sono affatto avversa al vestirsi in modo informale e comodo quando sia possibile (dopo il Covid questo mio concetto di possibilità si è ulteriormente allargato!) e che non trovo, come sostengono alcuni, che il casualwear sia contrario alla femminilità anzi…la femminilità e il proprio modo di essere femminili sono concetti fortemente personali e quindi automaticamente non giudicabili dall’esterno e che non dipendono necessariamente dal nostro modo di vestirci.

Detto ciò anche io ho il mio concetto di casual outfit che nel caso specifico si adatta al contesto del tempo libero: estate, no trucco, comoda, fresca ma che si capisca che sono sempre io con la mia personalità. Come?

Così:

Tee e panta super comfy sono il mio mantra estivo ma entrambi sono stati scelti con cura ed entrambi dicono delle cose su di me: i) la tee rosa è di Marché Noir, il brand di cui vi ho parlato QUI non molto tempo fa e che ho visitato a Parigi durante il mio ultimo viaggio. Vintage di “terza mano” recuperato dai mercati africani e capi sostenibili realizzati in Africa con il logo del brand che ho amato molto, proprio come questa tee. Cosa dice di me? Vintage, sostenibilità, Africa, Parigi. Direi che ci siamo! ii) i pantaloni comfy in cotone color corda sono invece di Lazzari, uno dei miei punti di riferimento della moda Made in Italy. Loro invece raccontano di qualità, made in Italy, safari (per lo stile e il colore dei pantaloni direi!). Anche qui ci siamo.

E poi il tocco inconfondibile: un foulard tra i capelli a mo’ di turbante. Lui dice tutto sempre per me ma questo è un foulard speciale. E’ un foulard vintage di Missoni che per me è soprattutto il ricordo di una persona speciale, mia zia. Lui in particolare parla di amore per ciò che rappresenta la famiglia e ovviamente di una persona (io) che ama anche sbirciare negli armadi di famiglia!

Last but not least i gioielli vintage e handmade: ognuno di loro ha un significato preciso o è legato a un ricordo, un evento, un luogo. Ci metterei troppo a raccontarveli uno per uno ma posso dirvi che tutto ciò che indosso rappresenta sempre qualcosa di specifico e di rilevante per me.

PS: Le Birkenstocks le ho già definite l’estensione dei miei piedi in estate, credo che anche questo dica tantissimo lol

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Un giorno a Padova, tante cose da vedere!

Torno a Padova per la terza volta: dopo la prima visita veloce durante un’edizione del Padova Vintage Festival (che adesso si chiama Future Vintage) ci sono tornata ancora due volte proprio per visitarla con calma, godendomela, come meritava.

La cosa bella di Padova è che ci si muove tranquillamente a piedi, le passeggiate sono gradevoli tra le sue vie piene di negozi e botteghe e se dovesse piovere i suoi lunghi portici sono un ottimo e suggestivo riparo!

Arrivando in treno si raggiunge il centro in meno di 10 minuti a piedi e le prime cose da visitare si trovano proprio all’inizio di questo percorso verso il centro cittadino. Da un lato la meravigliosa Cappella degli Scrovegni, con i bellissimi affreschi di Giotto, conservati perfettamente, per i quali però vi consiglio di acquistare il biglietto online poiché le visite sono limitate in termini di tempi e quantità di visitatori e difficilmente troverete posto senza aver prenotato prima; dall’altro, incluso nel prezzo del biglietto il Palazzo Zuckermann, con la sua splendida collezione permanente dove vi perderete tra mobili, quadri e gioielli antichi.

Vi consiglio anche un giro nella bellissima piazza delle Erbe dove è facile trovare negozietti e mercatini che vendono prodotti culinari locali, sovrastata dal meraviglioso Palazzo della Ragione di cui vi suggerisco la visita interna perché ne vale davvero la pena, e che la separa dalla suggestiva Piazza della Frutta.

Altra suggestiva piazza di Padova e la Piazza dei Signori, che ospita la famosa Torre dell’Orologio, un edificio di origine medievale con un antico orologio astronomico; sotto l’orologio c’è l’accesso alla Facoltà di Flosofia il cui patio è davvero gradevole da visitare.

A una quindicina di minuti a piedi dal centro, sempre in una bella passeggiata si può arrivare al Prato della Valle, lungo una strada costeggiata da negozietti e portici riparatori, e lì è possibile anche visitare l’interessante Orto Botanico.

Ma ovviamente non si può andare a Padova senza visitare la meravigliosa Basilica di Sant’Antonio (una delle più belle secondo me) e la vicina Cappella di Sant’Antonio.

Voglia di vintage mentre siete in città? Niente paura! Non lontano dalla stazione potete trovare Foxy Brown, uno dei miei negozi preferiti in Italia: specializzato in capi degli anni 70, questo posto è un must-visit per gli amanti del vintage in città! Per chi ama invece lo street style e impazzisce per le tee sportive vintage da collezione, nel centro storico troverete il mitico Second Hand Padova!

Io in total look Endelea, occhiali vintage Sabrina Manin e borsa vintage Grey Vintage Store.

Un Weekend Essenziale a Parigi

Non ricordo nemmeno più l’ultima volta che sono stata a Parigi prima di questo weekend: è come se il Covid avesse bloccato il tempo e anche la memoria a volte, ma mi è bastato arrivare nel XVIIIème arrondissement, zona della mia giovinezza parigina e di fare un salto nel IIIème arrondissement, altro luogo culto delle mie scorribande parigine, perché tutto tornasse vivido nella memoria. Quei posti, quegli odori, quei colori erano ancora lì, bisognava solo ritrovarli per far riaffiorare tutto in un’emozione pazzesca.

L’occasione di tornare a Parigi è stata uno stage di danza sabar con la mia insegnante che vive e insegna nella Ville Lumière e che ogni anno organizza un Festival internazionale di sabar in cui arrivano ballerini, musicisti e tante persone come me con la voglia di imparare a “sentire” questa danza eccezionale.

E’ per questo che il weekend parigino è stato per me ESSENZIALE: mi sono portata solo una borsa a mano, con i miei bubù per ballare e poco altro, sono partita con il solo desiderio di ballare e di stare insieme alle persone che ho conosciuto durante questa meravigliosa avventura che è per me la danza sabar.

In pratica dal venerdì alla domenica non abbiamo fatto altro che ballare, ballare e ballare ad eccezione di qualche piccola pausa per mangiare, lavarci e tornare a vivere la danza: è stato anche il weekend della festa tradizionale senegalese della Tabaski ed è stata un’emozione fortissima viverla insieme a tante persone, molte delle quali provenienti proprio dal Senegal.

Mi è rimasto quindi solo un giorno da passare liberamente in città prima del mio volo serale di ritorno a Milano, e anche quello ho voluto dedicarlo all’Africa…l’Africa a Parigi.

Dopo aver portato in giro al mattino presto la mia amica Ana che non era mai stata a Parigi alla scoperta dei luoghi culto della città (la Tour Eiffel, Notre Dame de Paris, la Senna) mi sono spostata verso il III arrondissement per un pranzo africano in una delle sedi del ristorante BMK dove mi sono deliziata tra mafé senegalese, allocos e succo di zenzero e da lì sono andata alla ricerca di Marché Noir e del suo fondatore Amah Ayivi.

La sua storia per me è sempre stata d’ispirazione perché ha saputo muoversi in un contesto difficile di deterioramento del second hand africano proveniente dall’Europa (la cosiddetta “beneficienza”) riportando in Europa tesori che languivano nei mercati africani perché spesso difficili da vendere o perché in cattive condizioni o perché ad esempio capi invernali difficili da utilizzare in Africa.

Il suo lavoro di recupero del vintage europeo in Africa gli ha permesso di ridare a questi capi una terza vita riportandoli da dove arrivavano considerati come degli scarti, in ottime condizioni, salvandoli dalla discarica a cielo aperto e da un disastroso impatto ambientale.

Nel tempo il suo business si è ampliato con una produzione propria sostenibile, made in Africa, del suo marchio Marché Noir che include anche bubù e batakali ghanesi handmade personalizzati.

Ecco, per essenziale intendo anche questo: se avessi solo qualche ora a disposizione in una città che ami e dove sai che possono interessarti tante cose, a quali non rinunceresti? La risposta sarà inevitabilmente ciò che per voi è essenziale…

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Atene, vintage e decadente…come piace a me!

Prima di partire per la prima volta ad Atene avevo ricevuto dei pareri terribili su questa città: sporca, pericolosa, brutta, un postaccio, non andarci! Ma si sa, io ascolto poco gli altri e ho voluto comunque passarci due giorni ad apertura e a chiusura del mio giro nel Peloponneso per osservarla di persona e da vicino. Al rientro sono andata da tutti quelli che me ne avevano parlato malissimo per dire loro che…beh…io l’ho amata tantissimo!

Per me è una città decadente, con uno spirito vintage ma proprio per questo la trovo irresistibile! Questo non significa che Atene non sia una città moderna, piena di ristoranti e locali dove far festa o semplicemente bere una birra e di spazi artistici innovativi.

Ci ho camminato a piedi per più di 20 kilometri in lungo e in largo e me ne sono innamorata: dalla zona di Plaka (l’area intorno all’Acropolis) alla mia adorata Monastiraki piena di vintage e fervente di locali e di gente a tutte le ore, sono passata per vicoletti e strade moderne cercando di viverla il più possibile e di respirare tutta la sua decadenza tra ferrivecchi e bancarelle di street food.

Ammetto che il mio primo pensiero arrivando ad Atene sia stato il Partenone e l’area dell’Acropolis: desideravo visitarlo da tanto e avevo già acquistato l’ingresso online in anticipo (vi consiglio di farlo perché nonostante fosse il primo periodo post Covid c’era moltissima coda all’ingresso). Mi ci sono recata al mattino presto in apertura e anche questo è un consiglio che vorrei darvi perché dopo pochissimo tempo non solo faceva un caldo pazzesco (era Maggio) ma iniziavano ad arrivare i primi bus carichi di turisti e godere liberamente di questo spettacolo pazzesco che è l’Acropolis con il Partenone iniziava a diventare complicato.

Se amate il genere vi suggerisco anche una visita all’Acropolis Museum che è pieno zeppo di meraviglie dal passato e anche un giro a piedi tra i negozietti intorno all’area dell’Acropolis (quartiere Plaka) per rilassarvi un po’ dopo la visita.

In questa zona si trova anche Al Hammam, posto meraviglioso per godervi un paio di ore di relax nell’hammam più bello di Atene dopo la lunga scarpinata tra le rovine antiche.

La mia area preferita di Atene rimane comunque Monastiraki per i suoi negozietti vintage, il mercatino delle pulci della domenica mattina, i suoi mille locali, la street art e la frizzante vita sociale a qualsiasi ora del giorno e della notte! In quest’area vi consiglio di girare molto a piedi e di perdervi tra le mille stradine piene di sorpese e di interessanti scoperte.

VINTAGE AD ATENE

La prima buona notizia è che Atene è piena zeppa di vintage. La seconda buona notizia è che la maggior parte dei negozi belli di vintage è in centro. La terza è che i prezzi sono molto convenienti quindi qui si può comprare!

Ad Atene ho trovato uno dei negozi vintage più belli del mio lungo peregrinare tra negozi e mercatini vintage per il mondo, un posto in cui mi sono davvero emozionata, cosa che ormai purtroppo mi succede sempre meno: si chiama Troc, è un po’ lontano dal centro ma facilmente raggiungibile in metro, ed è uno spazio enorme pieno zeppo di pezzi scelti con cura. Questo è un paradiso per gli amanti del vintage etnico e del vintage tradizionale greco e turco (questi pezzi sono un po’ più cari rispetto agli altri) e io ci ho perso letteralmente la testa. E’ gestito da un’anziana signora che seppur non parlando molto inglese prova a raccontare la storia di questo posto che è stato il primo negozio di vintage ad Atene nel 1976. Per me un posto imperdibile.

Altro posto molto interessante è Like Yesterday’s, tra vintage, second hand di marca e accessori è stato uno dei miei preferiti in zona Monastiraki insieme a King Kong Vintage non visibile su strada ma al primo piano di un palazzo del quartiere dove ho trovato una bella selezione di vintage anni 70 e 80 principalmente.

Più second hand che vintage vi consiglio un giro da Vintage Love e Treasure House oppure nell’amato dai giovanissimi Yesterdy’s Bread che pur non essendo esattamente nel mio genere ha dei pezzi interessanti tra cui segnalo anche haori e kimono vintage.

Ad Atene c’è anche un bel negozio che vende vintage al kilo e la cui selezione varia parecchio quindi coglie un’ampia clientela di amanti del vintage (piccola ma interessante zona dedicata al vintage etnico dove ho preso anche un bell’abito mediorientale): si chiama Kilo Shop Greece alla fine di Ermou.

Imperdibile il mercatino delle pulci di Monastiraki la domenica mattina: tra vintage e pezzi d’antiquariato vi assicuro che vi innamorerete di questo adorabile mercatino.

DOVE MANGIARE AD ATENE

La cucina greca è tra le mie preferite e ad Atene si mangia bene ovunque ma tra i miei preferiti c’è sicuramente Tzitzikas Kai Mermigkas dove abbiamo provato praticamente quasi tutto il menù!

Se volete una cena romantica con vista Partenone illuminato (solo lo spettacolo vale la cena!) vi consiglio di prenotare da Strofi (i prezzi sono un po’ più alti e il posto un po’ più elegante rispetto alla media). Da Dopios invece potete gustare i piatti della tradizione rivisitati in chiave moderna mentre vi consiglio un aperitivo da Brettos, locale storico favoloso pieno di pezzi d’antiquariato dal suo splendido passato.

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Un weekend a Malaga tra arte, vintage e tapas

Dopo quasi tre giorni trascorsi a Granada mi sono spostata in bus verso Malaga per passare gli ultimi due giorni in Andalusia. Pensavo fossero sufficienti per visitare con calma la città ma Malaga mi ha letteralmente sorpresa con la sua invasione di musei e centri culturali, tanto che ho dovuto organizzarmi per cercare di vedere il più possibile!

Dopo un giro nella sua maestosa Cattedrale mi sono diretta verso il Museo Picasso (una delle più importanti attrazioni della città) e poi verso la Casa Natale di Picasso, probabilmente più interessante sotto alcuni punti di vista. Dopo questa prima immersione nella storia e nell’arte del pittore malagueño mi sono fermata in un piccolo bar della Piazza dedicato a Bruxelles (La Calle de Bruselas) e poi in uno dei tanti charity shop di Cudeca sparsi per la citta, affacciato anch’esso su questa bella piazza.

Ho inziato un breve giro vintage prima di riperdermi tra i bar e ristoranti del centro storico di Malaga ma il mio pensiero era rivolto alla visita dell’indomani mattina all’Alcazaba, fratello minore dell’Alhambra di Granada ma non per questo meno affascinante.

Fortunatamente aveva smesso di piovere e ho potuto godermi una bella passeggiata all’interno di questo edificio in stile arabo da cui si può godere di una bellissima vista della città e ovviamente delle sue spiagge.

Nel pomeriggio ho continuato il mio giro culturale fermandomi prima al Museo Carmen Thyssen dove si possono ammirare soprattutto delle bellissime opere di artisti andalusi che hanno dipinto spesso scene di vita quotidiana tipiche di quest’area della Spagna; poi ho proseguito il mio giro del centro storico alla scoperta di negozietti locali e ovviamente ancora tanto vintage.

Prima di passare al vintage vi segnalo due negozi che ho amato tantissimo, entrambi nel centro di Malaga: uno è El Altarcito, bellissimo negozio che vende prodotti artigianali e alimentari direttamente dal Messico; l’altro è Arabesque con tantissimi capi e accessori handmade in stile etnico che ho adorato!

Ho continuato poi il mio giro culturale al mattino seguente dirigendomi prima al Centro Cultural de la Malagueta realizzato intorno alla Plaza de Toros dove era in corso una bellissima mostra (gratuita) sul fotografo di moda (e non solo) Jean Marie Périer e poi al Centre Pompidou di Malaga, a due passi dal Porto. Qui ho scoperto che la bellissima collezione permanente era chiusa al pubblico per lavori di restauro del Museo ma ho scoperto un’artista favolosa Sophie Calle, le cui opere erano invece esposte in una collezione temporanea. Da lì direzione quasi obbligata i ristorantini del Muelle Uno, dove si può osservare il viavai di turisti a spasso lungo le banchine del porto, sorseggiando una birra locale e gustando le favolose tapas andaluse!

Prima di lasciare Malaga ho fatto però anche una capatina alla zona di Soho, nota per la Street Art (è possibile vedere alcune opere di TV Boy…anche se quella dedicata a Picasso è stata distrutta) e perdersi nei mercatini di handmade di questa zona che è diventata molto di moda negli ultimi anni.

VINTAGE A MALAGA

Se Malaga mi ha sorpreso per l’enorme quantità di musei, devo dire che anche a vintage è messa più che bene! I due store di Península Vintage valgono entrambi una visita approfondita perché si possono trovare dei bei pezzi e a prezzi adeguati.

Altro preferito (forse potrei dire IL preferito) è Epoca Vintage and Second Hand dove ho trovato vintage degli anni 50 e 60 e alcuni pezzi etnici particolarmente interessanti (è quello dove ho acquistato di più ma i prezzi sono molto corretti e ci sono delle chicche che meritano davvero!)

Anche a Malaga, come in quasi tutte le città spagnole, c’è un Flamingos Vintage Kilo: negozio di moda americana che vende al kilo e dove spulciando tra i tantissimi capi di abbigliamento è facile trovare pezzi incredibili per pochi euro (esempio: ho speso 20 euro per un abito vintage e una djellaba marocchina vintage favolosa!!)

Altro negozietto interessante dove però la qualità è leggermente più bassa ma è necessario ravanare pesantemente per trovare capi interessanti a prezzi molto convenienti è Mosaico Vintage; ho scoperto che ce n’era uno anche a Granada ma quello me lo sono perso!

Uno dei negozi che avrei voluto tanto visitare ma che ho trovato chiuso in entrambi i giorni in cui ci sono passata è Entrecosturas: nella mia ricerca online sembrava un posto meraviglioso ma nella realtà non sono riuscita a visitarlo (se qualcuno di voi lo conosce fatemi sapere com’è davvero, sperando che non abbia chiuso i battenti).

DOVE MANGIARE A MALAGA

Tapas: Pez Lola, Pepa y Pepe, Gorki e ristoranti del Muelle Uno

Churros: imperdibili quelli di Casa Aranda

Teterías: adorabile quella di San Augustín, di fronte all’omonimo convento e a due passi dal Museo Picasso.

DORMIRE A MALAGA

Malaga è piena di hotel e i prezzi sono mediamente più alti rispetto a Granada ma posso consigliarvi l’Hotel California (il nome la dice lunga…) per il buon rapporto qualità-prezzo, ottima posizione e soprattutto…un arredamento vintage nella zona lobby e colazione davvero da perdere la testa!

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Un biglietto per Granada: vintage e altre storie (adesso in italiano!)

Bentornati con un nuovo viaggio alla scoperta di Granada (anche vintage)…finalmente in italiano!

Granada è la prima città che ho visitato dopo due anni di Covid che mi hanno tenuta nei confini nazionali per troppo tempo! Era un viaggio programmato nel Marzo del 2020 che è slittato piano piano fino ad arrivare a esattamente due anni dopo…ma che gioia respirare l’aria andalusa alla ricerca dei miei antenati!

Granada è una cittadina relativamente piccola, che si gira facilmente a piedi e due giorni sono sufficienti per fare un buon giro anche se c’è tanto da scoprire soprattutto se ci si lascia guidare dai suoi sentieri che dall’alto al basso la attraversano in un dedalo di stradine che offrono nuove scoperte ad ogni angolo.

Ho iniziato la mia visita dal Albayzín, il quartiere arabo dove sembra di muoversi nel souk di Marrakech tra negozietti di souvenir nordafricani e vicoletti pieni di costruzioni affascinanti: questo è anche il posto perfetto per una pausa dolce in una delle tante teterías (sale da tè in stile arabo) o per un henné alle mani o ancora per un pasto marocchino in uno dei tanti ristoranti del quartiere.

Il giorno dopo mi sono svegliata presto per visitare finalmente la Alhambra, capolavoro di architettura araba, dove sono rimasta in adorazione per diverse ore prima di essere spinta dalla fame a lasciare questo posto meraviglioso dove ho sentito vive e forti le mie radici arabe. Perdersi nei dettagli di questa architettura è un vero viaggio nella cultura araba e nel suo importante passaggio in Andalusia.

Ho passato poi il pomeriggio nelle vie del centro tra negozietti vintage, librerie indipendenti e una visita alla Cattedrale prima e alla Capilla Real (dove sono sepolti i reali Isabella e Fernando) poi, prima di tuffarmi in uno dei miei più grandi piaceri: l’hammam! Per questa esperienza nei bagni arabi ho scelto l’hammam Al Andalus, un posto davvero magico in cui sembra di tornare indietro nel tempo in questi bagni interamente ricostruiti con lo stile arabo dell’epoca.

Ho concluso la serata in un Tablao tradizionale (La Arborea) dove ho assistito a un bellissimo spettacolo dal vivo di flamenco sorseggiando vino tinto (rosso) in un’atmosfera pazzesca piena di carica ed energia!

VINTAGE A GRANADA

Tra i miei preferiti sicuramente La Buhardilla e Oh Oh July, sulla stessa strada a pochi metri di distanza, entrambi ricchi di vintage soprattutto degli anni 70 e 80.

Interessante anche Mosaico Vintage e Flama ma lo stile è decisamente più 90s e street style per chi ama il genere.

Casa Kuna è un posto speciale dove si può trovare artigianato locale e pezzi second hand sia abbigliamento che mobilio ma anche tapear nei tavolini fuori.

Per gli amanti dei libri di seconda mano segnalo invece Reciclaje e El Tiempo Perdido, due bellissime librerie piene di tesori.

DOVE MANGIARE A GRANADA

Se avete voglia di bere una birra o un bicchiere di vino accompagnati da tapas eccezionali (in parte gratuite quando accompagnano da bere) vi consiglio di fare un salto in uno di questi posti e di assaggiare le tante tapas caratteristiche, una più buona dell’altra:

  • Oliver
  • Los Manueles
  • Los Diamantes
  • Bodega Castañeda
  • El bar de Fefe

Per un pranzo etnico dal Nord Africa invece sapete già dove andare….

DORMIRE A GRANADA

Senza dubbio la Posada del Toro è un posto delizioso a prezzi abbordabilissimi da cui è passata tanta storia…loro poi sono super gentili e disponibili per consigli di ogni tipo e poi ha la migliore posizione possibile!

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The Ladybug and the long hunt for a vintage smoking jacket

A few years ago I decided that I wanted a vintage man smoking jacket: I couldn’t stop thinking of the many outfits that I could create with it, even easy ones, and I believe that this is a collector piece that would stay forever in the wardrobe.

I started then a long hunt for my perfect smoking jacket knowing that they are very hard to find mostly for two reasons:  1. As I said last time I’m not really a fan of oversize jackets then I would have needed to find a small men size (very rare!); 2. Not many sellers deal with this type of jackets as they are not easy to sell.

As many of my vintage hunts it lasted a few years and it ended with the help of Ilaria from Madame Ilary who found this perfect olive green piece for me: it’s just amazing! The shape, the color, the size, I think it was really made for me! The long wait for the perfect piece was over but I can say that this piece was really worth the wait!

This is a very important lesson for those who want to buy vintage and want to do it sustainably: don’t rush on the first piece you find thinking that you cannot find better. You’ll always will. Trust vintage and you’ll see that the perfect piece for you is just around the corner. Maybe it could take some time (sometimes even years) but don’t be in the rush, it will appear sooner or later!

I immediately wore my new vintage smoking jacket with a simple black organic cotton shirt, a pair of vintage Levi’s jeans  and a pair of aqua ankle boots from Ouigal.

Last important touch: a vintage hairdo realized by the amazing Kitty Vintage Style and a precious comb created by Madame Ilary.

What do you think of my first outfit with this fantastic piece? Easy peasy!

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The Ladybug on the Oversize way of living!

Oversize clothing is often a trend: oversize pants, oversize jackets, oversize tees we have had them all as a trend in the last years and they keep coming back every now and then. But be careful: oversize is not just a trend and we can’t make it ours if we don’t really feel it!

In the last couple of years for example vintage oversize jackets had a huge comeback in the vintage shops; men blazers in particular were everywhere in shops and in town! I really love a man jacket on a woman but hey…that’s not for me! It’s just not my style!

The result is that if I see it on a girl in the street I think it’s cool but when I wear it I feel it’s not me at all.

You want to know why? It’s easy: oversize is a way of living, not just a trend. Many people love this style and I think it suits them perfectly, because it’s theirs, they can really feel it! This is applicable for every style I guess and it is important to acknowledge that, especially when we buy by trends because if it’s not ours we won’t wear it! If we won’t wear it we wasted money and we acted unsustainably.

Nevertheless, with my Sicilian mate Leli Green Closet I decided to give it a try: she offered me this beautiful gray vintage men blazer and I decided to style it my way. With a sweater from Madame Ilary, a pair a jeans from Rouje and two incredible pieces that I found on Vinted last year: a vintage Celine shoulder bag and a pair of Texan boots from Roberto Cavalli. Indian earrings are vintage from my mum.

I must confess that I felt quite comfy and at ease with this jacket even if I have never worn one before. It was a test and it worked. I keep using it and I also tried this style at work with a floral dress. It works.

Still it is and will be probably the only oversize jacket in my wardrobe.

How do you feel about them? Is that your style or you don’t wear them? Or maybe you just follow the trend…let me know, I’m curious to hear about that!

Photo credit: Marco Di Terlizzi

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The Ladybug on vintage pride and prejudice

It has been almost 30 years that I buy vintage and I start having a sort of attitude like: “I know what it’s good for me so leave me alone when I do my vintage shopping”. This is not a very good attitude for a vintage shopper: the fact that we have clear vision on what we like and what we are looking for dors not mean that we can underestimate the surprising power of vintage!

I am wearing here the vintage suede jacket that started my thoughts and considerations on how vintage can still surprise me, as well as the eye of a vintage seller who convinced me to try it even if I did not want to (“It’s not my style” – I said – “I don’t like the color either!”). The good part of it is that the vintage seller was Tiziana from Vintage Afropicks and I have such a consideration and estimation of her work that I always give it a try when I see that she is insisting on something!

And I must confess that she was totally right: not only this jacket was amazing and fitted perfectly but I also loved the style and eventually thought that the color was great on me!! Unbelievable!!

When I left the shop I thought that I should never say no to a vintage try, even if I’m not convinced at first, because I’ve got my best pieces exactly like that, when I didn’t expect them!

For this shooting during a warm end of October day in Milan I wore this beautiful jacket from Vintage Afrocpicks with a handmade green pussycat bow shirt from Madame Ilary and my favorite black trousers from Rouje.

The bag is an old L’Autre Chose piece found during a sample sale, the shoes are vintage from Damsels in Distress. Ginkgo earrings are handmade from the amazing Made in Camper.

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The Ladybug can hear the “African Voices”

One of the most vibrant and interesting exhibits that I have attended this year is African Voices hosted by one of my favorite art galleries in town, Officine dell’Immagine.

The exhibition was entirely dedicated to the complex and multifaceted African artistic panorama: Safaa Erruas (Morocco), Mounir Fatmi (Morocco), my beloved Maïmouna Guerresi (Italy-Senegal) and Kyle Weeks (Namibia) pieces are showcased with their different yet dynamic views of the African continent. Each one of them with their characteristic form of art and thinking. Not only different views but also different languages adopted by the artists involved, whose works can range from videos to installations, from photography to sculpture. All these pieces were exhibited in Milan for the first time.

No need to say that I enjoyed it very much and I loved spending time in analyzing and interpreting the views of these incredible artists.

Officine dell’Immagine is not new to this type of event: I suggest that you follow them to keep informed on the new exhibits as personally I loved each and every one of them.

You can find some of my favorite pieces here and a special sustainable outfit for the event:

  • Second hand short-sleeved jumper from Sézane on Vinted
  • Vintage leather skirt from Vintage Como
  • Vintage 80s boots from London Corner
  • Second hand man blue shirt
  • Vintage bag from Humana Vintage
  • Vintage Mila Schon headscarf from Archetipo
  • Handamde earrings from Metalica

Can’t wait for the next Officine dell’Immagine event (also I love the fact that every time we go we are always alone and can enjoy the whole gallery only for us!!)

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